Intro #
A chi ci rivolgiamo #
Questa guida è volta a fornire un valido aiuto per tutte quelle famiglie che hanno necessità di ricevere assistenza nell’ambito del lavoro domestico.
La categoria dei lavoratori domestici comprende tutti i lavoratori che offrono i loro servizi per il funzionamento della vita familiare; parliamo di colf, badanti, baby-sitter, cuochi ecc..
Perché questa guida #
Questa guida è volta a fornire un valido supporto per tutti coloro che hanno necessità di procedere con l’assunzione di un collaboratore familiare. Chi decide di assumere un collaboratore domestico diviene datore di lavoro a tutti gli effetti e pertanto è tenuto alla regolarizzazione di suddetta posizione.
Esiste una procedura predefinita alla quale il datore di lavoro deve attenersi per rispettare tutte le regole ed evitare di incorrere in eventuali sanzioni.
Molte sono le famiglie che negli ultimi anni si sono rivolte a questa categoria di lavoratori con non pochi sacrifici. D’altronde l’assunzione, come per qualsiasi altro settore, costituisce un costo da sostenere in termini retributivi e contributivi. E’ anche per questo motivo che il settore del lavoro domestico ha visto al suo interno la stabilizzazione di alte percentuali di lavoro nero.
Corre l’obbligo precisare che la regolarizzazione di un lavoratore domestico costituisce un obbligo, ma è anche un’opportunità per il datore di lavoro stesso di godere di una maggior tutela nei confronti del lavoratore stesso.
Chi siamo #
Il nostro team vanta un gruppo di esperti del settore: consulenti del lavoro, consulenti fiscali e programmatori informatici impegnati quotidianamente nella manutenzione del sito al fine di fornire assistenza continua ed affidabile direttamente on line e pubblicare aggiornamenti relativi a tutto ciò che concerne il settore domestico.
Iter di assunzione #
Iter di assunzione #
L’assunzione di un collaboratore domestico può essere effettuata in autonomia oppure attraverso intermediari quali Caf, commercialisti e consulenti del settore, i quali mettono a disposizione il loro know-how per semplificare la procedura di assunzione ed aiutare chi non fosse in grado di procedere in autonomia.
Prima di procedere con la spiegazione dell’iter di assunzione è bene specificare che il datore di lavoro di un collaboratore domestico può essere effettuata sia direttamente che per altra persona.
Molto spesso, infatti, è un figlio che assume il badante, ad esempio, per conto del papà. In tal caso andrà specificato sul contratto che il datore di lavoro è il figlio, ma la persona da assistere è il papà, facendo attenzione a specificare correttamente il luogo di lavoro, il quale sarà quindi il luogo di residenza del papà.
Noi consigliamo la suddetta procedura soprattutto quando la persona da assistere non ha un reddito tale da permettergli di recuperare in dichiarazione dei redditi i contributi o le retribuzioni mensili, qualora si tratti di assistenza a persona non autosufficiente (vanno verificati i limiti).
Un esempio è un anziano signore percettore di sola pensione di invalidità, la quale costituisce un reddito esente irpef. In tal caso, pur sostenendo le spese, questo non potrebbe beneficiare delle detrazioni/deduzioni in dichiarazione dei redditi. In termini fiscali è, quindi, più conveniente procedere con l’assunzione da parte di un familiare con un reddito tale da permettergli di portare in detrazione/deduzione alcune delle spese che verranno sostenute.
Una volta individuato il datore di lavoro suggeriamo di effettuare vari preventivi al fine di individuare quello che rispecchi le esigenze del datore di lavoro sia dal punto di vista pratico che economico (
inserisci link a preventivo
).
Una volta individuato il preventivo è opportuno che il datore di lavoro ne discuta con il lavoratore al fine di trovare il giusto accordo economico che soddisfi le esigenze di entrambe le parti.
Da questo momento è necessario intraprendere il vero e proprio iter burocratico che porterà alla formalizzazione del contratto.
Sono diversi i documenti necessari per procedere con la regolarizzazione del rapporto di lavoro:
- Documento di identità in corso di validità e codice fiscale del datore di lavoro e del lavoratore;
- Permesso/Carta di soggiorno in corso di validità del lavoratore, se extracomunitario (in caso di rinnovo, è sufficiente avere copia del versamento effettuato per la richiesta del rinnovo ed il permesso di soggiorno scaduto). Attualmente è possibile assumere anche i lavoratori per i quali è stata presentata domanda di sanatoria;
- Eventuale diploma/laurea/attestazione e certificazioni ottenute dal lavoratore attinenti alla professione che andrà a svolgere, se presenti;
- Informazioni relative a residenze e recapiti telefonici di datore di lavoro e lavoratore;
- Informazioni inerenti il rapporto di lavoro: data di assunzione, livello di inquadramento, numero di ore settimanali, paga pattuita, indicazione del luogo di lavoro e distribuzione dell’orario settimanale;
- Codice SPID del datore di lavoro, al fine di regolarizzare il contratto sul sito INPS.
Fondamentale è che le condizioni accordate tra le parti vengano stipulate in forma scritta in un contratto di lavoro ed in una lettera di assunzione nei quali dovranno essere specificate tutte le condizioni di lavoro accordate tra le parti:
- data dell’inizio del rapporto di lavoro;
- livello di appartenenza, mansione;
- durata del periodo di prova;
- esistenza o meno della convivenza;
- la residenza del lavoratore, nonché l’eventuale diverso domicilio, valido agli effetti del rapporto di lavoro. Per i rapporti di convivenza, il lavoratore dovrà indicare l’eventuale proprio domicilio diverso da quello della convivenza, a valere in caso di sua assenza da quest’ultimo, ovvero validare a tutti gli effetti lo stesso indirizzo della convivenza, anche in caso di sua assenza purché in costanza di rapporto di lavoro;
- durata dell’orario di lavoro e sua distribuzione settimanale;
- eventuale tenuta di lavoro, che dovrà essere fornita dal datore di lavoro;
- per i lavoratori conviventi, la collocazione della mezza giornata di riposo settimanale in aggiunta alla giornata di riposo settimanale spettante alla domenica.
- retribuzione pattuita;
- luogo di effettuazione della prestazione lavorativa nonché la previsione di eventuali temporanei spostamenti per villeggiatura o per altri motivi familiari (trasferte);
- periodo concordato di godimento delle ferie annuali;
- indicazione dell’adeguato spazio dove il lavoratore abbia diritto di riporre e custodire i propri effetti personali;
- obbligatorietà del versamento dei contributi di assistenza contrattuale;
- eventuale presenza di impianti audiovisivi all’interno dell’abitazione;
- applicazione di tutti gli altri istituti previsti dal presente contratto.
Una volta recuperati tutti i documenti necessari all’assunzione e stilato il contratto di lavoro in forma scritta, che dovrà essere sottoscritto da entrambe le parti, si potrà procedere con la regolarizzazione del rapporto di lavoro sul sito INPS, che costituisce il passaggio finale dell’intero iter di assunzione, al fine del quale si genererà il CODICE DEL RAPPORTO DI LAVORO appena instaurato.
Per i soli contratti a convivenza, è obbligatorio un ulteriore passaggio, ovvero entro 48 ore dalla data di assunzione, il datore di lavoro deve comunicare in Questura, tramite il modulo di Cessione del Fabbricato, la presenza di un’altra persona (il lavoratore) all’interno del fabbricato.
Con il suddetto modulo, il proprietario di casa (che solitamente coincide con il datore di lavoro) può comunicare alla Questura l’ospitalità del lavoratore all’interno del proprio immobile. Non è dunque obbligatorio dare la residenza al lavoratore, ma è possibile dare semplicemente il domicilio.
Come scegliere un collaboratore domestico #
(1 pagina)
Lavoratore convivente o non convivente #
Una distinzione importante nell’ambito del settore del lavoro domestico è la differenza che vi tra lavoratori conviventi e non.
E’ possibile quindi, per tutti i livelli, instaurare rapporti di lavoro che prevedono la convivenza o meno.
I contratti di lavoro comunemente noti come AD ORE, sono appunto quelli NON CONVIVENTI, ovvero ove non è prevista la convivenza tra datore di lavoro e lavoratore.
In questa tipologia di contratto il numero di ore che il datore di lavoro può scegliere di far effettuare al lavoratore va da un minimo di 1 ora settimanale ad un massimo di 40 ore settimanali. Questo vale per qualsiasi livello di inquadramento del lavoratore.
I contratti di lavoro comunemente noti come MENSILIZZATI, sono invece, quelli CONVIVENTI, ovvero che prevedono la convivenza tra datore di lavoro (o persona assistita) e lavoratore. In questa tipologia di contratto il numero di ore che il datore di lavoro può scegliere di far effettuare al lavoratore va da un minimo di 1 ora settimanale ad un massimo di 54 ore settimanali. Questo vale per qualsiasi livello di inquadramento del lavoratore.
La differenza tra le due tipologie contrattuali, oltre alla convivenza o meno del lavoratore con il datore di lavoro o con la persona assistita, sta nella gestione economica del contratto.
Esistono, infatti, dei minimi retributivi, in base al livello di inquadramento del lavoratore scelto, che vengono aggiornati annualmente e al di sotto dei quali non è possibile scendere. I suddetti minimi retributivi disciplinano la parte economica del contratto NON CONVIVENTE e la parte economica del CONTRATTO CONVIVENTE.
Ovviamente le parti possono scegliere di accordare una retribuzione più alta rispetto a quanto stabilito dai minimi retributivi. La differenza tra la paga oraria pattuita tra le parti e quella minima sindacale è detto SUPERMINIMO.
Altra grande differenza economica sta nel fatto che il contratto CONVIVENTE prevede il pagamento di un’indennità di VITTO E ALLOGGIO (anch’essa aggiornata annualmente nei minimi retributivi) che deve essere erogata, in più rispetto alla retribuzione ordinaria, per il mese di ferie, per la tredicesima e per il calcolo della quota di tfr annuale, ovvero in sostanza tutte le volte che non viene materialmente usufruito dal lavoratore.
Il contratto CONVIVENTE, inoltre, a differenza di quello ad ore, prevede che il lavoratore oltre a fruire del riposo domenicale, fruisca di una mezza giornata (12 ore) nell’arco della settimana, da concordare tra le parti.
Le domande da fare al colloquio #
E’ importante in sede di confronto pre-contratto con il lavoratore definire bene le condizioni lavorative al fine di evitare problematiche future.
Per prima cosa è fondamentale individuare il livello di inquadramento del lavoratore. E’ opportuno delineare bene quelle che saranno le mansioni che dovrà svolgere il lavoratore: si occuperà delle sole pulizie della casa? Dovrà solo cucinare? Dovrà prestare assistenza ad una persona non autosufficiente? Dovrà badare ad un bambino?
In base alla mansione, si potrà chiedere l’esperienza maturata in quel campo e se nel corso della vita formativa e professionale del lavoratore siano stati conseguiti diplomi o certificazioni inerenti alla mansione che andrà a svolgere. Quest’ultimo punto è fondamentale per individuare il livello di inquadramento corretto del lavoratore e di conseguenza il corretto corrispettivo retributivo che soddisfi sia le disponibilità economiche del datore di lavoro che le aspettative del lavoratore.
E’ opportuno anche chiarire da subito le disponibilità attuali e future del lavoratore rispetto alle esigenze del datore di lavoro. Capita molto spesso, infatti, che contratti per badanti a persona autosufficiente si trasformino, a seguito dell’aggravarsi della situazione della persona assistita, in contratti a badante per persona non autosufficiente. Questo molto spesso comporta, oltre, ad una modifica del livello di inquadramento, che comporta di conseguenza un aumento di retribuzione in termini economici, anche ad un impegno maggiore in termini di ore settimanali.
Qualora il datore di lavoro o il lavoratore abbia esigenze particolari in merito al periodo di fruizione delle ferie, è bene definirlo gia in sede di colloquio, poichè il diritto al godimento delle ferie è irrinunciabile. E’ opportuno, quindi, chiarire questo punto ed accordarsi compatibilmente con le esigenze di entrambe le parti.
Altra richiesta che è opportuno fare in sede pre-contrattuale riguarda la disponibilità del lavoratore ad eventuali trasferte. Il datore di lavoro, infatti, richiede spesso che il lavoratore lo segua in soggiorni temporanei in comune differente rispetto al luogo di lavoro, oppure in residenze secondarie. Se non pattuito da prima, questa richiesta può comportare divergenze future derivanti dalla non disponibilità del lavoratore di soddisfare le richieste avanzate dal datore di lavoro.
Quanto costa assumere un collaboratore domestico #
Per stabilire correttamente il costo di assunzione di un collaboratore domestico è necessario effettuare un preventivo poichè diverse sono le variabili che entrano in gioco.
E’ opportuno sapere se il lavoratore sarà convivente o meno, conoscere il livello di inquadramento, la paga ed il numero di ore settimanali che verranno svolte.
In linea generale, per il 2021, il costo può andare da un minimo di 300 euro circa l’anno (al netto dei contributi a carico del lavoratore) ad un massimo di circa 22590 euro l’anno (al netto dei contributi a carico del lavoratore) se prendiamo a riferimento il livello di inquadramento e retributivo minimo per il numero di ore minime settimanali ed il livello di inquadramento e retributivo più alto per il numero di ore massime settimanali.
Ovviamente nel mezzo ci sono tutte le possibile casistiche da analizzare in base alle esigenze di ogni datore di lavoro. Essendo un range molto ampio, consigliamo vivamente di effettuare un preventivo puntuale al fine di individuare quello che soddisfi le esigenze di entrambe le parti (
aggiungi link a preventivo #
).
Adempimenti #
Gli adempimenti a cui è tenuto il datore di lavoro sono:
- Stipulare in forma scritta un contratto di lavoro e una lettera di assunzione firmate da entrambe le parti e scambiate;
- Formalizzare l’assunzione sul sito INPS;
- Predisporre mensilmente un prospetto paga per il lavoratore in duplice copia da far controfirmare alle parti e da consegnare contestualmente alla corresponsione periodica della retribuzione;
- Predisporre un’attestazione sostitutiva di Certificazione Unica con l’ammontare complessivo delle somme erogate nell’anno da consegnare al lavoratore almeno 30 gg prima della scadenza dei termini per la presentazione della dichiarazione dei redditi;
- Provvedere al pagamento dei contributi nelle scadenze previste
I nostri servizi #
La nostra piattaforma mette a disposizione una serie di curricula vitae delle lavoratrice al fine di agevolare il datore di lavoro nella selezione del collaboratore domestico a cui fare affidamento.
Il datore di lavoro è così libero di trovare tra gli annunci la persona che ritiene più adatta alle sue esigenze in base alle competenze dichiarate dal lavoratore e dalle eventuali recensioni che possono essere presenti sotto ogni curricula.
All’interno del nostro sito è presente anche una sezione in cui i datori di lavoro stessi possono pubblicare i propri annunci di ricerca di collaboratori domestici, consultabili da tutti i lavoratori in cerca di lavoro.
E’ opportuno poi effettuare un incontro tra le parti per definire tutta la parte contrattuale.
Consigliamo sempre di rivolgersi ad un professionista (commercialista o consulente del lavoro) o ad un Caf che possa prestare assistenza pre e post contrattuale(
DA DECIDERE SE AVREMO UN CONSULENTE INTERNO A GESTIRE ANCHE QUESTA PARTE; SE SI MODIFICARE IL TESTO FINALE #
).
Ovviamente, qualora non si volesse avvalersi di un intermediario, è possibile gestire il tutto in autonomia utilizzando l’apposita procedura Internet di compilazione e di invio on line disponibile sul sito www.inps.it il cui accesso è consentito attraverso le credenziali SPID.